ELENA PONTIGGIA
Professore ordinario di Storia dell’Arte Accademia di Brera e Politecnico di Milano
LONTANI E VICINI. ESPERIENZE DELL’AFRICA NEL NOVECENTO ITALIANO
Il viaggio degli artisti nell’Africa “mediterranea”, dal Marocco all’Algeria, dalla Tunisia alla Libia, è tipico della cultura romantica, a cominciare da Delacroix. E’ una scoperta che può essere visionaria, come nei pittori orientalisti e in Ingres, ma è lontana da sentimenti paternalistici o, peggio, razzisti. Dell’Africa, anzi, ci si innamora.
L’interesse per l’arte “negra” (cioè afro-oceanica, come allora veniva chiamata) dà luogo al primitivismo, vale a dire un’arte che, da Picasso a Derain, imita l’espressionismo, l’assenza di canoni naturalistici e la spiritualità dell’arte “primitiva”. E anche qui il termine “primitivo” nasconde una profonda ammirazione: le statue africane sono considerate dai protagonisti delle avanguardie più belle della Venere di Milo.
Anche l’esperienza folgorante della luce dell’Africa si riverbera sulle opere degli artisti. Il viaggio di Klee in Tunisia, per esempio, significa per lui la scoperta del colore. “Io e il colore siamo divenuti una cosa sola. Sono pittore” scrive nel 1914, durante il suo viaggio a Tunisi.
All’Africa romantica, carica di emozioni cromatiche, subentra nel Novecento Italiano un’Africa metafisica, grandiosa e immobile, che si esprime nel saggio Tunisiaca di Margherita Sarfatti (1923-24) e nelle opere di Funi per la Libia dei tardi anni Trenta.
La relazione esamina, attraverso alcuni esempi emblematici, un tale incontro di culture diverse, fonte di arricchimento artistico e culturale.
Milanese, classe 1955, si è laureata in Filosofia alla Statale di Milano con una tesi sull’estetica di Nietzsche. Attualmente è Professore ordinario di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Brera e docente a contratto presso il Politecnico di Milano. Dal 2011 scrive su “La Stampa”. Si occupa in particolare dell’arte italiana e internazionale fra le due guerre e del rapporto tra modernità e classicità. Nel 1996 ha vinto il Premio “San Valentino d’oro” per la Storia dell’arte e nel 2009 il Premio Carducci con Modernità e classicità. Il ritorno all’ordine in Europa dal dopoguerra agli Anni Trenta. Tra le principali pubblicazioni: Edward Hopper. Scritti, interviste, testimonianze (2000) La Nuova Oggettività tedesca, (2002) Il Novecento Italiano (2003), La grande Quadriennale. 1935: la svolta dell’arte italiana, con C. F. Carli (2006), Mario Sironi. La grandezza dell’arte, le tragedie della storia (2015), Renato Birolli, Figure e luoghi 1930-1959, con V. Birolli (2016), Maria Lai. Arte e relazione (2018).
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